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Poche settimane fa, l'attore Michael Douglas ha dichiarato - e subito smentito - che il suo cancro alla gola "non è stato causato dall'abuso di alcol e
droga ma dal papilloma virus (HPV), che si trasmette con il cunnilingus". L'affermazione, oltre a scatenare l'ira funesta della bellissima moglie e le
fantasie più perverse della stampa popolare, ha suscitato molte preoccupazioni:
IL SESSO ORALE PROVOCA IL CANCRO?
Numerose ricerche hanno evidenziato che il carcinoma orale a cellule squamose (OSCC) - cioè il tipo di tumore avuto da Douglas - può essere causato dalle
stesse varianti dell'HPV che provocano il cancro della cervice uterina e che negli ultimi anni la sua incidenza è in aumento, soprattutto nelle fasce di età
più giovani. E' stato quindi ipotizzato che questo fenomeno sia legato ai cambiamenti nelle pratiche sessuali, in particolare a una maggiore diffusione dei rapporti orali. Questa voce si è rapidamente diffusa, a causa dell'appeal dell'argomento sulla stampa popolare ed è stata fomentata da misunderstandings (involontari o tendenziosi) nell'interpretazione dei risultati scientifici da parte degli esperti contattati dai media.
In realtà è dimostrato che, al di là di facili allarmismi, le modalità di diffusione delle infezioni da HPV e la possibilità che diano origine a un tumore sono legate a fattori molto più complessi.
Una recente review, pubblicata dsul prestigioso Journal of Sexual Medicine, ci aiuta a sfatare il mito e a rispondere a tutte le nostre domande:
Che cos'è l'HPV? Quanto è pericoloso?
L'HPV è un virus molto comune, presente in numerose varianti. Le infezioni da HPV si contraggono tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo, ad esempio in luoghi infetti) ed è stato stimato che tre persone su quattro - bambini compresi - entrano in contatto con l'HPV almeno una volta nella vita. Tuttavia, nell'80% dei casi l'infezione non provoca alcun sintomo: il nostro sistema immunitario è in genere capace di fronteggiare ed eliminare il virus senza alcun problema, solo una piccola percentuale delle persone infettate diventa sintomatica - cioè sviluppa delle lesioni o condilomi - e di esse una frazione minimale si ammala di tumore.
Inoltre il virus è "autolimitante" e la sua presenza nell'organismo ospite ha in genere una durata media di 8-12 mesi. Le infezioni compaiono e scompaiono e si riducono nel tempo, diminuendo con l'età, per poi aumentare dopo la menopausa. L'HPV diventa un fattore di rischio solo quando persiste nel tempo e le difese naturali del corpo non sono più in grado di eliminarlo.
L'HPV provoca il tumore della cervice uterina?
Sì, due varianti del papillomavirus (HPV-16 e HPV-18) sono considerate le più pericolose e responsabili di oltre il 99,5% dei tumori del collo dell'utero. Tuttavia, il tasso di incidenza annuale nel nostro Paese è molto basso, con un nuovo caso su 10.000 donne. Il sistema immunitario della stragrande maggioranza delle donne infatti riesce a eliminare le infezioni cervico-vaginali da HPV spontaneamente. Il rischio di contrarre il carcinoma della cervice è inversamente correlato all'età del primo rapporto sessuale (minore l’età, maggiore il rischio) e direttamente correlato al numero di partners sessuali avuti nel corso della vita (più partners, maggiore il rischio) e alla presenza di ceppi virali pericolosi nel pene del partner.
E per quanto riguarda i tumori del collo e della testa?
Ogni anno, una persona su 10.000 contrae un tumore del collo e della testa. L’HPV si riscontra nel 10-20 % dei casi di cancro della cavità orale e del
laringe, ovvero una persona su 50.000 si ammala a causa del papillomavirus. La maggior parte dei casi si verifica tra gli over-60 ed è fortemente associata al consumo di alcool e tabacco. Altri fattori di rischio identificati sono un'elevata promiscuità sessuale, i rapporti oro-anali, l'essere immunodepressi o consumatori abituali di marjuana, ma solo lo 0,0004% di coloro che non sono fumatori o bevitori abituali contrae la malattia.
Ma cosa succede se il mio partner è infetto?
I risultati di ricerche condotte per diversi anni su coppie sposate, hanno mostrato una prevalenza del 15-27% di infezioni orali da HPV. Nonostante ciò, nelle persone in cui si è identificato il virus è stata osservata una bassa correlazione tra i ceppi che infettavano la bocca e quelli che infettavano i genitali. Si è osservata anche una bassa correlazione tra i ceppi che infettavano un partner e le varianti eventualmente rilevate nel coniuge. Circa un quarto delle coppie ha riferito di aver praticato sesso orale con regolarità, ma non si è trovata alcuna associazione tra sesso orale e infezioni. Solo la presenza di un'infezione persistente in uno dei due partner aumentava il rischio che anche l'altro partner contraesse a sua volta un'infezione da HPV. In altre parole, è la persistenza dell'infezione e non la sola presenza del virus a costituire un campanello d'allarme per la sua diffusione.
COMMENTO
Cosa possiamo concludere?
Mentre è dimostrata un'associazione tra tumori della cervice uterina e pratiche sessuali, l'associazione tra tumori del collo e della testa e sesso orale è decisamente debole e di gran lunga inferiore rispetto a quella legata ad altri fattori di rischio come l'uso di alcool e tabacco. Alcuni fattori di rischio sono comunque legati al comportamento sessuale, in particolare al numero di partner sessuali avuti (dalla persona che contrae il tumore o dal partner), ma altri, come la compromissione del sistema immunitario a causa di malattie o di terapia immunosoppressiva, no.
La vaccinazione di bambini e adolescenti potrebbe rappresentare un'ottima strategia preventiva per limitare la diffusione del virus, ma anche allo stato attuale, l'HPV non dovrebbe rappresentare un motivo di preoccupazione tra le coppie monogame, o una ragione per privarsi di una ricca e variegata attività sessuale.