Atrofia vaginale, relazione di coppia e sessualità |
La riduzione degli estrogeni post menopausa è associata, nel 45% dei casi, ad atrofia vaginale caratterizzata da secchezza, prurito, bruciore , minzione dolorosa e dispareunia (dolore durante i rapporti). Noto alla letteratura l’impatto negativo dell'atrofia vaginale sulla funzione sessuale femminile, che si manifesta con un calo del desiderio, dell'eccitazione, dell' orgasmo e da dispareunia. La relazione con il partner ne risente inevitabilmente, ma ad oggi nessuno studio ha mai indagato gli effetti specifici su quest’ultimo.
Solo poco più di metà delle donne con dispareunia si rivolge al curante, perché è comune credenza considerare conseguenza del “normale invecchiamento” il dolore durante il rapporto o il sentirsi sessualmente meno attiva
Rapporti sessuali frequenti (almeno una volta la settimana) sono associati ad una vita sessuale soddisfacente come emerge nello studio AARP ( American Association of Retired Person). Lo studio VIVA ( Vaginal Health, Insight, View and Attitudes) , invece, rileva come la presenza di atrofia vaginale da più di tre anni abbia ripercussione negativa sulla sessualità ed intimità, riducendo drasticamente la frequenza e la qualità dei rapporti
In questo scenario di letteratura internazionale si pone lo studio CLOSER , condotto da dicembre 2011 a febbraio 2012, rivolto ad alcuni paesi europei ed al Nord America per comprendere quale impatto emotivo e fisico abbia l'atrofia vaginale nella donna in post menopausa e quali le conseguenze sul suo partner, valutandone in particolare l'impatto sulla vita sessuale, relazionale e sull'intimità di coppia. Vengono poi confrontati i risultati dell'Europa con quelli del Nord America per rilevare eventuali differenze significative
Il campione selezionato è costituito da donne tra i 55 e 65 anni, impegnate in una relazione, sessualmente attive, in menopausa con sintomi associati ad atrofia vaginale e residenti in USA, Canada, UK, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Francia, Italia
Il campione maschile è costituito da chi, di età tra i 55 e 65 anni, avesse una relazione con una donna in postmenopausa con discomfort Vaginale da almeno un anno
Sono stati selezionati quindi 4167 donne e 4174 uomini ai quali è stato somministrato un questionario on line.
Prendendo in considerazione il campione nordamericano, dai risultati è emerso che Circa il 78% delle donne crede sia proprio “il disagio vaginale” a causare nei loro partner l'evitamento dell'intimità, mentre il 52 % degli uomini attribuisce alle problematiche vaginali la perdita di libido delle loro partners. La maggior parte di donne e uomini del campione considera non solo il dolore durante i rapporti ma anche la preoccupazione che il rapporto possa essere doloroso, ciò che allontana dall'intimità. Il 25-30% delle donne evita l’intimità sessuale perché, in accordo con il proprio compagno, teme che sia insoddisfacente per entrambi. In totale circa il 30% di uomini e donne smette di avere rapporti sessuali a causa dei disturbi da atrofia vaginale
Tali difficoltà hanno anche un effetto negativo sull'autostima: infatti un terzo delle donne non si sente sessualmente attraente, nonostante solo il 6% degli uomini sia risultato effettivamente meno attratto dalla partner. Sono soprattutto le donne del nord America (38%) ed i loro partners (39%) più che la popolazione europea (28% uomini e 28% donne) a manifestare un più negativo impatto dell’atrofia vaginale sulla intimità della relazione di coppia
In merito ai trattamenti per l’atrofia vaginale, le donne nordamericane, rispetto alle donne europee (ad eccetto della Gran Bretagna) si sono dimostrate più propense all’uso di terapie locali non estrogeniche. Oltre il 40% delle donne e uomini del Nord America hanno un sesso più soddisfacente a seguito di terapia estrogenica locale con conseguente impatto positivo sulla stima personale delle donne. Un terzo incrementa la fiducia in sé come partner sessuale, il 18% sente maggiore carica erotica, Il 34% vede in modo più ottimistico il futuro della propria vita sessuale, il 31% si sente più legato al proprio partner
Riassumendo possiamo considerare questo studio il primo che documenti gli effetti dell’atrofia vaginale in egual misura sulla vita sessuale delle donne in menopausa e dei loro partners con un bilanciato campione maschile e femminile. L’atrofia vaginale ha un impatto emotivo e fisico sul benessere sessuale, sulla relazione intima e sull’autostima femminile. La maggior parte delle donne vive la perdita della libido, dell'intimità e sperimenta il dolore nel rapporto sessuale. Tale sintomatologia ha un impatto peggiore sulla qualità di vita nelle donne del Nord America rispetto a quanto accade alle donne europee.
Studio CLOSER
(Clarifying Vaginale Atrophy’s Impact on Sex and Relashionships survey)
IMPATTO EMOTIVO E FISICO DELL'ATROFIA VAGINALE SULLA RELAZIONE E SULLA SESSUALITA' NELLA POPOLAZIONE FEMMINILE IN POST MENOPAUSA E NEI LORO PARTNERS NEL NORD AMERICA
COMMENTO
L’atrofia vulvo vaginale risulta ben individuabile ad un’attenta visita ginecologica ancor prima che diventi sintomatica ed i sintomi spesso compaiono a menopausa non ancora conclamata. Per questo lo studio si espone a plurime criticità:
- Il campione comprende donne solo in postmenopausa, ma l’atrofia vaginale non è un fenomeno tutto nulla, bensì un continuum dinamico le cui manifestazioni possono precedere di anni la scomparsa del flusso mestruale;
- la diagnosi di atrofia vaginale nelle partecipanti allo studio è fatta tramite una autovalutazione da parte delle donne senza essere oggettivata da esami o visita specialistica
- nello studio si parla esclusivamente di atrofia vaginale, ma l’unità genitale anatomo-funzionale colpita dalla carenza estrogenica comprende uretra, vagina e vulva, spesso sede di prurito e secchezza associate a dolore urente spontaneo. Chiave di volta della sintomatologia dolorosa è il vestibolo, “porta” di passaggio dalla vulva alla vagina, mai menzionato nello studio
- i risvolti sulla sfera sessuale analizzati riguardano soprattutto l’intimità e la sessualità di coppia, trascurando quell’aspetto di “sessualità personale” che si nutre delle fantasie erotiche e della masturbazione. Anche il calo del desiderio non viene affrontato scorporando la componente pulsionale da quella responsiva. In merito alla terapia si parla di un generico miglioramento dei sintomi vaginali e della relazione di coppia, ma non si approfondiscono nello specifico gli ambiti della sessualità migliorati
- Ed ancora: perché considerare solo coppie eterosessuali?
Pregevole invece l’attenzione posta dallo studio alla comunicazione tra il personale sanitario e la paziente. Solo poco più della meta’della popolazione femminile con i sintomi da atrofia vulvo vaginale si rivolge al medico, spesso dopo anni dalla manifestazione degli stessi, ritenendo la propria situazione genitale una normale evoluzione “del tempo che passa”. Con effetto domino si assiste ad un progressivo aggravio della sintomatologia e del correlato anatomico con maggiore difficoltà nell’efficacia terapeutica.
Il miglioramento della comunicazione da parte dei sanitari potrebbe facilitare le donne in post menopausa nel riconoscimento dell'atrofia vulvo vaginale, predisponendole all'assunzione di adeguata terapia utile per migliorare la qualità di vita nei suoi aspetti biologici, psicologici, sociali, sessuali e relazionali. Approcci terapeutici ragionati da parte degli specialisti annullerebbero gli effetti del famoso studio del 2001 “The Women’s Health” il quale, riscontrando un incremento di rischio di tumore alla mammella con l’assunzione di Terapia ormonale in menopausa, fece crollare la prescrizione terapeutica ormonale, anche nella donna sintomatica
La numerosità del campione, l’uso di un medesimo questionario per tutti i paesi dello studio ed il rigore metodologico nel considerare i criteri di validità dei questionari ha permesso allo studio una visione fotografica delle due realtà (Europa e Nord America), lasciando spazio ad un realistico confronto.
La dimensione del problema atrofia vaginale è numericamente significativa: il 30% delle coppie interrompe la vita sessuale. Piani educativi efficaci passano per una focalizzazione precisa delle sfaccettature reali della sessualità femminile nella donna in menopausa
Perché non partire allora dalla nostra realtà italiana? Capiamo i disagi fisici, psicologici e squisitamente sessuologici delle donne italiane. Indaghiamo come si comporta il nostro personale sanitario e portiamo poi a livelli efficaci di consapevolezza entrambe le categorie creando una “società del benessere in menopausa”….
Lucia Calò