I perché del sesso occasionale tra i giovani
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In un articolo pubblicato sul Journal of Sex Research, un gruppo di ricercatori americani ha indagato i fattori e le circostanze che spingono giovani studenti universitari (18-21 anni di età) al sesso occasionale e la relazione tra questo tipo di esperienze e vissuti depressivi.
Un primo dato interessante che emerge dalla ricerca è che il sesso occasionale non è affatto un’esperienza infrequente, ma anzi riguarda oltre la metà dei ragazzi sessualmente attivi coinvolti nella ricerca, ed è spesso associato a comportamenti a rischio quali il consumo di alcol e droghe. Il 65% dei ragazzi che avevano dichiarato di aver avuto rapporti occasionali, riferiva infatti di aver assunto sostanze prima o durante l’incontro sessuale stesso.
Per quanto oltre un terzo dei rapporti occasionali avvenisse con partner totalmente sconosciuti, nella maggior parte dei casi con il partner prescelto era già stata instaurata una qualche forma di vicinanza affettiva (più di frequente si trattava infatti di un amico del sesso opposto).
Il dato più interessante che emerge dalla ricerca è però la relazione tra rapporti occasionali e sintomi depressivi. Infatti, è emerso che tra i giovani con maggiore probabilità di avere rapporti sessuali occasionali era possibile identificare le ragazze con i più alti livelli di depressione e i maschi con i livelli più bassi. Secondo i ricercatori, le ragazze depresse cercherebbero proprio nei rapporti sessuali occasionali una modalità di gestione di sentimenti negativi di isolamento e mancanza di valore; ciò potrebbe però attivare una sorta di circolo vizioso dal momento che proprio le ragazze depresse - molto più frequentemente dei ragazzi - tendono poi a pentirsene.
La relazione diametralmente opposta tra rapporti occasionali e depressione riscontrata nei maschi e nelle femmine potrebbe essere letta in un’ottica evoluzionistica per cui i rapporti occasionali coinvolgerebbero più frequentemente maschi
attraenti e sicuri di sé (cioè, appunto, meno depressi) e femmine vulnerabili (cioè più depresse, insicure e bisognose di attenzioni).
Commento:
Lo studio stimola alcune riflessioni.
In primo luogo, mette in evidenza come, nonostante i maschi che ricorrono al sesso occasionale siano significativamente più numerosi delle femmine (52% vs 36%), tale divario non risulta poi così ampio (almeno nella fascia di età considerata!) come ci si aspetterebbe aderendo allo stereotipo culturale dell’“uomo cacciatore”.
Peraltro questo dato appare totalmente in linea con l’osservazione, sempre tratta dallo studio, che la percentuale di rapporti occasionali “adulterini” (cioè avuti quando già impegnati in una relazione a lungo termine) non era diversa confrontando gli universitari maschi e femmine.
La “clandestinità” del rapporto occasionale poteva infine essere annoverata tra le variabili che più incidevano sul minore coinvolgimento delle aree genitali e sulla minore coloritura affettiva (baci, carezze, coccole) del rapporto occasionale stesso.
Come dire: sesso sì, ma l’affetto e la tenerezza sono privilegio esclusivo del partner con cui si intrattiene una relazione stabile.