Gli schemi cognitivi costruiti su esperienze sessuali negative precoci predispongono le donne a disfunzioni sessuali |
Quanto e come la nostra mente influisca sulla salute sessuale è l’oggetto di un interessante studio recentemente pubblicato sul Journal of Sexual Medicine.
Focus della ricerca, condotta su un campione di 244 donne, è quello di valutare la correlazione tra schemi cognitivi disadattivi sviluppati precocemente (EMS) e disfunzioni sessuali nelle donne. I risultati ottenuti hanno evidenziato come vi siano significative differenze, rispetto alle strutture cognitive attivate in risposta a circostanze sessuali negative, in donne che soffrono o meno di disfunzioni sessuali. I soggetti con problemi sessuali presentano tendenzialmente strutture cognitive rigide e disfunzionali, formatesi in età infantile, che portano ad interpretare ed elaborare le esperienze sessuali negative come un segno di incapacità e di fallimento personale, con il rischio di dar vita ad un circolo vizioso che si autoalimenta. L’ambiente familiare risulta così determinante per un corretto sviluppo cognitivo che inevitabilmente finisce per influenzare anche l’interpretazione che il soggetto darà alle esperienze di tipo sessuale. Un contesto familiare distaccato, freddo, e respingente impedisce lo sviluppo di una solida autostima con ricadute anche sulla futura vita sessuale.
I risultati di questa analisi vanno però interpretati con una certa cautela. Gli schemi cognitivi, infatti, sono strutture che si formano nei primi stadi di sviluppo: solo studi sperimentali e longitudinali potranno confermare il loro ruolo di potenziali fattori predisponenti alle disfunzioni sessuali.
COMMENTO
Nell’ampio panorama di studi volti ad approfondire i legami esistenti tra pensieri disfunzionali e problemi psicologici di varia natura, questo studio, condotto da un’equipe di ricercatori portoghesi, sposta l’oggetto di indagine all’area dei disturbi sessuali, la cui origine viene analizzata in chiave prospettica a partire dalle prime esperienze negative dell’infanzia. Questa ricerca, infatti, mette in evidenza l’importanza dell’ambiente familiare per lo sviluppo di una sana autostima e di un solido senso di autoefficacia, condizioni necessarie per una felice vita sessuale.
L’individuazione di nuovi fattori eziologici legati al contesto familiare, inoltre, permette una migliore comprensione dei disturbi sessuali e l’elaborazione di approcci terapeutici focalizzati su aspetti fino ad oggi trascurati.