Le rappresentazioni neurologiche dell’eccitazione sessuale |
L'arousal sessuale è lo stato emozionale e fisico in cui una persona si trova e sente sensazioni ed emozioni provenienti dal suo corpo e dalla sua mente in conseguenza all’esposizione di uno stimolo attivante e viene misurato attraverso risposte verbali e non-verbali o attraverso indici psicofisiologici periferici. Inoltre negli ultimi quindici anni l'avanzamento dei metodi di neuroimaging ha permesso di investigare sulla correlazione soggettiva e fisiologica dell'attivazione sessuale, per esempio Stolero e Mouras hanno identificato negli uomini diverse regioni coinvolte nei processi attentivi, motivazionali, emozionali e motori che avvengono in risposta alla visione di stimoli sessuali. Queste aree cerebrali includono la corteccia occipitotemporale, la corteccia orbitofrontale, i lobi parietali superiore ed inferiore, il cingolato anteriore, il nucleo caudale, l'area del ventricolo sinistro premotorio, il putamen, l'insula, il claustro e l'ipotalamo. Più recente la ricerca di Stolèru et al., dove si rilevava che la maggior parte delle aree suddette attivate da stimoli sessuali disponevano di una simile attivazione sia negli uomini che nelle donne. Gli studi fMRI disponibili hanno problematiche di ordine metodologico. La prima è che si basano su misurazioni soggettive rilevate solo dopo la stimolazione. La seconda si riferisce alla durata degli stimoli infatti, sebbene quelli brevi siano più convenienti per la misurazione, essi possono raggiungere solo le risposte cerebrali che avvengono nell'iniziale processamento dei segnali sessuali a bassi livelli di attivazione. Come viene definito da Georgiadis e Kringelback gli studi sull'arousal sessuale richiedono stimoli video lunghi ed espliciti perché aree diverse del cervello sono coinvolte una volta che il processo iniziale è completato. Queste aree sono quelle dei lobi parietali superiori ed inferiori degli emisferi destro e sinistro e del lobo frontale di destra (area premotoria) associate con processi attentivi e con sistemi di attenzione interocettiva che monitorano quelli corporei.
Pertanto, al fine di esaminare la rappresentazione neurale del SSA (attivazione sessuale soggettiva) usando fMRI durante la rappresentazione continua di stimoliè stato condotto il seguente studio, pubblicato dal The Journal of Sexual Medicine nell’agosto 2016, di Mayte Parada, Marina Gèrard, Kevin Larcher, Alain Dangher, che vede la collaborazione tra l’università McGill di Montyreal e il reparto di Neurologia dell’ospedale di Montreal.
Per definire la relazione tra l'attivazione del cervello (rappresentata dai livelli di ossigenazione del sangue) e SSA, è stato usato un modello lineare con correlazioni semplici seguite da una modulazione parametrica di fasce soggettive di attivazione. Hanno ipotizzato tre eventi: per prima cosa che ci sarebbe stata una significativa relazione lineare tra l'SSA e l'attività cerebrale in donne e uomini nelle regioni precedentemente riportate; per seconda, che le intensità della modulazione parametrica avrebbe rivelato un sottogruppo più piccolo di regioni coinvolte in modo specifico nella SSA che includerebbero i lobi parietali, aree frontali e l'insula associate a processi attentivi e a sistemi di attenzione interocettiva per tutti i partecipanti; e infine che negli uomini ci sia una maggiore attivazione in queste regioni cerebrali.
Allo studio hanno partecipato 20 uomini (età media 23.75; range età 18-31) e 20 donne (età media 22.85; range età 19-30) reclutati tra studenti universitari e che rispondono a particolari criteri di inclusione. Gli stimoli video si riferiscono a film esplicitamente erotici e comici. Dopo una intervista di screening telefonico, le donne hanno compilato la Female Sexual Function Index scale e gli uomini la International Index of Erectile Function scale. Successivamente sono stati sottoposti alla fRMI e alle due prove, ciascuna di 12 minuti, che consistevano nella visione di due blocchi di video (erotici e comici) e da domande, che avrebbero rilevato qualunque cambiamento (crescente o decrescente) dell’attivazione sessuale dei partecipanti attraverso una scala Likert. Dai risultati non vengono rilevate differenze di genere significative sui punteggi riferiti alla media delle risposte relative alla SSA. Il tipo di stimolazione ha un effetto significativo per quanto concerne i punteggi SSA, i quali erano più alti per i filmati erotici rispetto a quelli comici. Significativa è anche la differenza rispetto alla necessità di stimolazione sessuale tra i due video: più alta per i video erotici. Sono stati rilevati picchi di intensità di attività neurologica sia in uomini che in donne in particolari regioni cerebrali e differenze significative di attivazione maggiore nelle donne nell’ area laterale della corteccia occipitale laterale.
La correlazione lineare tra punteggi SSA e attività cerebrale durante i video erotici e non erotici è in linea con i precedenti studi che hanno identificato un ruolo fondamentale nelle strutture del giro superiore frontale, parietale, nella insula e nelle strutture occipitali. Queste aree sono conosciute per essere coinvolte nell’elaborazione di informazioni visive, sensoriali e attentive, di consapevolezza interocettiva, nella valutazione delle informazioni e nei processi di immaginazione corporea.
Il presente studio mostra che nella relazione tra SSA e attivazione cerebrale sono coinvolti strettamente il lobo parietale superiore, il giro post-centrale e specifiche zone della corteccia parietale. Queste regioni sono state associate ai processi attentivi che sottostanno al desiderio sessuale, monitorano la rappresentazione corporea e valutano le informazioni sensoriali provenienti dai genitali. Questo studio sottolinea che simili regioni cerebrali vengono attivate durante la valutazione soggettiva dell’attivazione sessuale in uomini e donne e che l’SSA è un fenomeno complesso costituito da numerosi processi attentivi, sensoriali e interocettivi.
Commento
Questa ricerca pone l’accento sulla complessità della sessualità, già messa in luce da precedenti studi, quale processo possibile grazie all’apporto di particolari strutture cerebrali, delle quali i processi neurologici alla base permettono le funzioni mentali, tra cui quelle attentive, sensoriali e di immaginazione corporea. Attraverso questo studio è possibile riflettere quindi sia sul carattere nobile della sessualità sia sulla sua reale e imprescindibile complessità, che spesso viene minimizzata o svalutata per rispondere a necessità personali e sociali. Spesso ci si pone con diffidenza e vergogna nei confronti del sesso, sebbene sia l’attività che permette la prosecuzione della specie. Nel contesto di lavoro con il paziente che riporta problematiche sessuali va quindi rammentata la molteplicità di eventi che concorrono a costituire la sessualità: dal desiderio all’atto in sé e ai vissuti emozionali, alle valutazioni sensoriali e ai processi cognitivi coinvolti e che la rendono possibile. In questo senso essa va rivista nella sua interezza, ponendosi nella posizione di osservare la persona e il problema che ci riporta cogliendo ogni aspetto possibile, senza tralasciare ciò che non è di diretta competenza del singolo professionista aprendosi invece a cogliere aspetti che fuoriescono dalla propria disciplina di appartenenza. In questo senso il lavoro per la persona assume che debba essere volto alla condivisione e quindi di équipe multidisciplinare, reale strumento per tutti i professionisti e per i loro pazienti.
Giulia Fastame