Infarto miocardico e attività sessuale |
Come cambia la relazione di coppia dopo un episodio di infarto? Ma soprattutto come e quanto l’acuto cardiaco del quale si è stati vittime altera la sessualità? A queste domande cerca di rispondere “VIRGO”, uno studio di Lindau e collaboratori condotto in 127 ospedali statunitensi e spagnoli tra l’agosto 2008 e il gennaio 2012 avente l’obiettivo di valutare l’attività e la consulenza sessuale nel primo mese dopo un infarto miocardico acuto. Nello specifico si è voluto indagare i seguenti aspetti: attività e funzioni sessuali, esperienza relativa alla consulenza sessuale e, soprattutto, se quest’ultima è stata o meno condotta. Per la ricerca sono stati reclutati pazienti ospedalizzati (2349 donne e 1152 uomini) di età compresa tra i 18 e i 55 anni colpiti da infarto miocardico acuto. A ciascun paziente è stato somministrato un test avente lo scopo di raccogliere informazioni sulla frequenza e sull’attività sessuale nei dodici mesi precedenti l’infarto e nel mese immediatamente successivo. Nella sezione dedicata alla vita sessuale dopo la malattia cardiaca sono state poste domande legate all’attitudine verso il sesso, la presenza o meno di problemi sessuali, se è stata fornita loro consulenza sessuale e di che tipo, se il cardiologo ha fornito indicazioni adatte al recupero dell’attività sessuale.
Dallo studio è emerso che:
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Nei dodici mesi precedenti l’infarto il 22% degli uomini soffriva di eiaculazione precoce, il 20% presentava deficit di erezione e il 18% difficoltà respiratoria.
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COMMENTO
Da questo studio è emerso come raramente venga fornita consulenza sessuale a seguito di un evento cardiaco come l’infarto acuto, nonostante sia emersa l’importanza che il sesso ha nella vita di ciascun paziente. Dalla ricerca si nota come sia in Spagna che negli USA (ma anche in Italia) l’esperienza di sostegno dopo la malattia è strettamente legata al fornire informazioni sull’assunzione di eventuali farmaci e solo in casi sporadici sul recupero dell’attività sessuale. Questo risulta essere un fatto grave, soprattutto data la giovane età dei soggetti dello studio (la media è di 48 anni). La perdita di attività o di funzionamento sessuale in una persona giovane può portare a gravi conseguenze: problemi di coppia, difficoltà di concepimento, depressione e una drastica diminuzione della qualità della vita. Nei casi di infarti del miocardio i pazienti tendono a sviluppare un forte blocco psicologico legato alla paura di avere un nuovo attacco, anche fatale, durante il coito. Di norma a seguito di episodi cardiaci più o meno acuti il paziente si trova generalmente costretto ad assumere dei farmaci che possono avere effetti collaterali sul desiderio e sulla capacità sessuale: antiipertensivi, tranquillanti, antidepressivi, farmaci che controllano le aritmie e l’angina pectoris, betabloccanti e diuretici che negli uomini tendono a causare deficit erettivi e abbassamento della libido. Nella donna invece possono portare secchezza vaginale, con conseguente possibilità di sviluppare la dispareunia (dolore nel rapporto), mancanza di orgasmo o difficoltà nel raggiungere e mantenere l’eccitazione. Oltre alla possibilità di manifestare le disfunzioni appena descritte, essa viene spesso percepita dal compagno come più fragile, portandolo pertanto ad evitare avances con conseguente calo del proprio ruolo di maschio mentre la donna, meno cercata, si sentirà poco attraente e femminile. Di contro nei casi in cui è l’uomo ad aver avuto un infarto, la partner inizierà a sviluppare un’incertezza emotiva e sessuale dovuta al fatto che non è più in grado di riconoscere nel compagno una figura forte e protettiva. Non sempre ciò accade, ovviamente, anche se comunque in questi casi la crisi dei ruoli nella coppia rimane molto comune. Molto frequente è, come già detto in precedenza, il timore di avere un attacco cardiaco durante lo sforzo coitale. In questo caso sarà necessario accompagnare la persona lungo un percorso di recupero, aiutandola ad innalzare gradualmente il livello massimo di fatica consentita. Ricordiamoci che fare sesso non è solo avere un rapporto penetrativo completo ma è toccarsi, abbracciarsi, rimanere sdraiati uno accanto all’altro senza avere come fine ultimo il raggiungimento dell’orgasmo. Ed è questa nuova modalità di stare insieme che è necessario far riscoprire a tutti quei pazienti cardiologici che si apprestano a ricominciare a vivere dopo un evento cardiaco. In Italia la situazione non è certo migliore e anche nel nostro paese dovrebbero pertanto essere create linee guida utilizzabili da cardiologi e sessuologi per consentire un rapido e funzionale recupero dell’attività sessuale dei propri pazienti, consentendo loro un ritorno alla vita il più sereno e piacevole possibile.
Federica Casnici
Psicologa – Sessuologa clinica