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Affiliata a: F.I.S.S. (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) - E.F.S. (European Federation of Sexology) - W.A.S. (World Association for Sexual Health)
Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata
A.I.S.P.A.

Presidente dr. Roberto Bernorio 
Presidente onorario prof. Willy Pasini 

I modelli di risposta sessuale femminile

 

modelli risposta

I modelli di risposta sessuale femminile

Masters e Johnson (1966) furono i primi a definire la risposta sessuale umana e ad indicarla come un sistema costituito da quattro fasi fisiologiche. Il concetto di “desiderio” fu successivamente aggiunto da Kaplan (1979) come uno stadio distinto, determinando, in caso di disfunzione, la corrispettiva diagnosi di disturbo del desiderio sessuale ipoattivo. Anni dopo fu il turno di Basson, la quale suggerì l’esistenza di un modello di risposta circolare, a differenza della linearità dei precedenti, all’interno del quale il desiderio spontaneo non è necessario per dare inizio all’attività sessuale ma può apparire successivamente grazie una stimolazione sessuale adeguata (desiderio responsivo). Con l’introduzione di quest’ ultimo modello venne naturale chiedersi a quale dei tre la risposta sessuale femminile corrispondesse: le ricerche condotte dimostrarono che ogni modello è equamente rappresentato e che all’interno dell’arco di vita di una donna può presentarsene più di uno. La prevalenza di uno rispetto agli altri può essere determinata dalla presenza o meno di disfunzioni, dalle circostanze esterne e dalla motivazione, variabile della quale si sa molto poco. Nella letteratura sono presenti per lo più studi nei quali si è chiesto alle donne di scegliere uno tra i tre modelli, senza pensare alla possibilità che in un certo periodo di vita sia possibile un‘alternanza determinata dalla compresenza di fattori intrinsechi ed estrinsechi. Per ovviare a questa mancanza Ferenidou, Kirana, Fokas, Hatzichristou e Athanasiadis dell’Università Aristotele di Salonicco (Grecia) hanno condotto una ricerca, pubblicata nel 2016 sul Journal of Sexual Medicine, nella quale hanno indagato i seguenti aspetti: 1. Variabili inter e intraindividuali nelle donne per la scelta del modello di risposta sessuale corrispondente; 2. Identificazione di fattori che determinano la variazione nella modalità di risposta sessuale femminile. Le 157 partecipanti alla ricerca sono state individuate all’interno del personale dell’ospedale di Salonicco. Tutte di età superiore ai diciotto anni, ad ognuna è stato chiesto di compilare una serie di questionari autosomministrati: 1. FSFI per valutare il funzionamento sessuale; 2. BSSC-W per individuare il livello di soddisfazione; 3. YSEX per indagare le motivazione sottostanti al rapporto intimo. Tutti i reattivi sono stati precedentemente tradotti in greco e ufficializzati per l’utilizzo clinico. Per l’indagine sulla risposta sessuale i ricercatori hanno deciso di unire in unico modello quelli di Master e Johnson e Kaplan, creando una sorta di distinzione tra modello lineare e ciclico. Alle partecipanti è stato chiesto, pertanto, di scegliere quale, tra i due modelli presi in considerazione, rappresentava meglio la propria attuale modalità di risposta sessuale. Le donne avevano possibilità di: sceglierne solo uno dei due, nessuno o entrambi dovendo specificare la percentuale di presenza del primo e del secondo. Dai risultati è emerso che: 101 donne su 157 si riconosce nel modello lineare; 23 in quello di Basson e 32 in entrambi. Questo prova che una donna può passare da un modello all’altro a seconda del periodo di vita e delle circostanze: età, presenza o meno di un partner, nascita di figli, soddisfazione e motivazione sessuale. Osservando le informazioni raccolte dai vari questionari i ricercatori hanno notato come le partecipanti che hanno scelto unicamente il modello Basson hanno un’età maggiore e sono sposate con figli mentre coloro le quali hanno indicato quello lineare si sono rivelate più giovani, ancora conviventi con la famiglia di origine e considerano il sesso come una parte essenziale della vita. A differenza del primo gruppo di donne, quest’ultime presentano maggiore desiderio ed eccitazione e meno disfunzioni orgasmiche e da dolore sessuale. I ricercatori sottolineano come i modelli lineari potrebbero essere affiancabili a femmine con una sessualità libera e funzionante, mentre il modello ciclico è associato a disfunzioni o insoddisfazione. Infine è risultato che la principale ragione per intraprendere un rapporto sessuale è il piacere, seguito dall’espressione di sentimenti, amore e impegno nella relazione.

COMMENTO

Ciò che salta all’occhio ad una prima lettura della ricerca è l’errore macroscopico e imperdonabile della definizione delle quattro fasi della risposta sessuale di Master e Johnson. Nella stesura vengono indicate (cito testo originale in inglese): excitement, arousal, plateau and resolution (orgasm) dove i primi due termini indicano la stessa cosa, eccitamento, mentre l’ultima due fasi in realtà distinte perché l’orgasmo precede la risoluzione essendo due reazioni biologicamente e temporalmente distinte. Le fasi corrette sono in realtà: eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione. Oltre ad una mancanza di rappresentatività del target ammessa dagli stessi ricercatori è alquanto discutibile la scelta di unire in un unico modello quello di Master e Johnson e quello di Kaplan. Vero è che entrambi sono lineari ma sono funzionalmente molto diversi tra loro in quanto il secondo vede la presenza del desiderio, elemento assente nel primo. Dalla nascita del modello Basson, esso è stato considerato normativo finché nel 2007 Sand e Fisher con uno studio condotto su 580 infermiere americane dimostrò che tutti e tre modelli risultavano rappresentativi e il modello Basson risultò anche in quel caso maggiormente scelto da donne disfunzionali. Nel 2008 anche Bernorio et al. si sono chiesti quale tra i modelli sia quello rappresentativo della funzione sessuale femminile ottenendo risultati simili in un loro studio condotto su un campione di 400 donne italiane. Essi andarono ulteriormente a dimostrare e confermare che non esiste un modello unico di riferimento in quanto ogni donna si identifica in un modello diverso, a seconda delle fasi della vita (Roberto Bernorio, Milena Passigato, Il piacere al femminile, 2016, Ed. FrancoAngeli)

 

Federica Casnici

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