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Affiliata a: F.I.S.S. (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) - E.F.S. (European Federation of Sexology) - W.A.S. (World Association for Sexual Health)
Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata
A.I.S.P.A.

Presidente dr. Roberto Bernorio 
Presidente onorario prof. Willy Pasini 

I correlati neurologici dell’eccitazione genitale

 

I correlati neurologici dell'eccitazione genitale

 

Si dice che gli uomini abbiano in testa solo quello, facendo riferimento al sesso, ma è veramente così? Nel 2017 il "The Journal of Sexual Medicine” ha pubblicato il primo studio di Parada et alt., condotto presso l’ Università di Montreal, che valuta la correlazione tra la sensazione soggettiva di eccitazione e le relative modificazioni corporee a livello cerebrale e genitale. Utilizzando gli stessi parametri per uomini e donne hanno sottoposto venti uomini e venti donne alla visione di video, alcuni erotici e alcuni comici, misurando contemporaneamente la temperatura genitale, attraverso una telecamera ad infrarossi, e l’attività cerebrale, attraverso la risonanza magnetica funzionale che rileva la quantità di ossigeno nel sangue. È stata valutata anche la sensazione soggettiva di eccitazione facendo indicare ai partecipanti qualsiasi variazione percepita durante la visione dei video e successivamente attraverso una serie di domande specifiche riguardanti il livello di gradimento dei filmati e quanto li avessero indotti a desiderare una stimolazione sessuale fisica in quel momento.
Il campione, di età compresa tra i 18 ed i 31 anni, di orientamento eterosessuale, è stato reclutato attraverso il sito dell’Università, social networks e volantini distribuiti nel campus universitario. A coloro i quali rientravano tra i criteri di inclusione è stato somministrato un questionario per escludere eventuali disfunzioni sessuali (il Female Sexual Function Index per le donne e l’International Index of Erectile Function per gli uomini). Durante il monitoraggio e la proiezione video ciascun partecipante rimaneva sdraiato all’interno dell’apparecchio di risonanza magnetica e aveva a disposizione una pulsantiera per le risposte mentre una telecamera ad infrarossi inquadrava l’area genitale.  La sessione video consisteva di due tranche di dodici minuti ciascuna separate da cinque minuti di pausa, per un totale di circa trenta minuti. Ciascuna tranche era composta da cinque minuti di video erotico, due sessioni da dodici secondi in cui venivano poste le seguenti domande: “quanto ti è piaciuto il video che hai appena visto” e “quanto il video che hai appena visto ti ha fatto desiderare una stimolazione sessuale fisica?”, successivamente cinque minuti di video comico seguito dai medesimi quesiti. Prevedibilmente in entrambi i sessi la sensazione di eccitazione e l’aumento della temperatura genitale era maggiore durante la visione dei filmati erotici rispetto a quelli comici. La scoperta innovativa è che durante l’eccitazione il cervello della donna è molto più attivo di quello dell’uomo: oltre alle aree cerebrali visive e tattili se ne attivano altre che in quello maschile rimangono invece silenti. Nello specifico, in entrambi i sessi stimoli erotici attivano aree visive della corteccia cerebrale (dove avviene l’elaborazione cognitiva e razionale delle informazioni) ed aree visive e tattili del sistema limbico (sede delle emozioni, dei ricordi, dell’attaccamento); in più nel cervello della donna si attivano anche aree del sistema limbico, deputate alla propriocezione ed al comportamento, ed aree del cervelletto dove avvengono processi emotivi e motivazionali. Il riscontro che le donne hanno una correlazione tra cervello ed organi genitali più forte degli uomini è in contrasto con le ricerche precedenti, da cui è emerso il contrario. In letteratura infatti sono stati pubblicati sette studi (sei maschili ed uno femminile) in merito al rapporto neuro-genitale dell’eccitazione che hanno dimostrato una scarsa correlazione tra l’attività cerebrale e quella vaginale, in linea con la discordanza tra la sensazione soggettiva di eccitazione e l’effettiva risposta genitale che generalmente viene attribuita alle donne. Questi studi hanno però sostanziali problemi metodologici che probabilmente ne compromettono il risultato: la durata dello stimolo erotico, troppo breve per rilevare un’attivazione cerebrale, l’eterogeneità del tipo di stimolo (video, foto, stimolazione tattile) che non permette di confrontare i risultati ed infine gli strumenti utilizzati per misurare l’eccitazione genitale, diversi per uomini  e donne (rispettivamente “erectometro” e fotopletismografia), che forniscono dati assolutamente incomparabili. Nello studio in questione invece la durata ed il tipo di stimolo sono uguali per entrambi i sessi, ma soprattutto il meccanismo usato per misurare l’eccitazione genitale è il medesimo: la termografia, una misurazione continua della temperatura genitale che registra le modificazioni del flusso sanguigno tipiche della fase eccitatoria.  L’unico problema metodologico rilevabile nello studio di Parada è nel compensare il naturale movimento del pene durante il progredire dell’erezione che provoca un continuo cambio di punto focale nella camera termografica. 

COMMENTO
L’interesse del mondo scientifico rispetto ai meccanismi dell’eccitazione femminile è piuttosto recente rispetto al corrispettivo maschile che, per decenni, è stato l’argomento primario di indagine di intervento. Sono stati fatti molti progressi nella comprensione della anatomia e della fisiologia della risposta sessuale femminile tenendo conto della sua insita complessità fortemente influenzata delle componenti biopsicosociali. Come già dimostrato da Basson et al., la risposta sessuale delle donne non sembra affatto stabile e costante nel tempo: ad esempio può essere strettamente interconnessa con la variabilità indotta dalle alterazioni del ciclo mestruale, dalla gravidanza, dal puerperio, dalla menopausa, da ragioni biologiche, psichiche e relazionali. Inoltre, corrisponde soprattutto alla sessualità femminile il modello circolare della risposta sessuale in cui la fisiologica fase di risoluzione è associata ad una valutazione dell’esperienza in termini di soddisfazione/insoddisfazione ed esiste una forte reciprocità tra il desiderio e l’eccitazione sessuale. Quando una donna parla di eccitazione, in genere intende un’eccitazione mentale per la quale spesso alcuni fattori possono essere stimolanti (lo stimolo erotico in sé, l’eccitamento del/della partner, la percezione del proprio eccitamento genitale), ma altri possono essere inibenti e bloccare la stimolazione (situazioni distraenti, problemi interpersonali, difficoltà nella risposta fisica propria o del/della partner). Lo studio di Parada arricchisce ulteriormente questo panorama dimostrando che, al contrario di quanto si possa pensare, lo stimolo eccitatorio permea maggiormente il cervello femminile rispetto a quello maschile, attivando prevalentemente aree deputate a processi emotivi. In più, sempre dall’analisi della corrispondenza tra sensazione eccitatoria soggettiva, eccitazione fisica genitale e cerebrale, è emerso che lo stimolo visivo gioca un ruolo centrale nell’eccitazione femminile alimentandola più di quanto faccia la risposta corporea genitale, di cui non sempre la donna ha un riscontro diretto e puntuale come invece avviene con l’erezione per l’uomo. Alla luce di questi risultati potrebbe essere particolarmente indicata la visione di filmati erotici per il trattamento del disturbo dell’eccitazione femminile.

Chiaralba Risuglia