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Affiliata a: F.I.S.S. (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) - E.F.S. (European Federation of Sexology) - W.A.S. (World Association for Sexual Health)
Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata
A.I.S.P.A.

Presidente dr. Roberto Bernorio 
Presidente onorario prof. Willy Pasini 

L’importanza di sentirsi sessualmente desiderati è maggiore nelle donne rispetto agli uomini

 

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 L’importanza di sentirsi sessualmente desiderati è maggiore nelle donne rispetto agli uomini

Quanto è importante per uomini e donne sentirsi sessualmente desiderati?

Lo hanno indagato Bogaert e Brotto con uno studio del 2015 pubblicato su Archives of sexual behaviour . Gli autori hanno introdotto il concetto di “Object of Desire Self – Counsciousness” (ODSC), ovvero ”l’autoconsapevolezza dell’ essere oggetto di desiderio agli occhi degli altri”. E’ un costrutto molto particolare e soprattutto ingannevole, perché può non riflettere realmente la percezione che gli altri hanno di noi, ma essere costruito dalle nostre aspettative e speranze di essere visti come  sessualmente desiderabili. Esso è parte di una struttura cognitiva relativa all’immagine corporea, al concetto di amore romantico e alla sessualità.

Bogaert e Brotto hanno ipotizzato una differenza di genere nello sperimentare l’ODSC, confermata attraverso uno studio condotto su 98 maschi e 100 femmine, studenti di un’università canadese con un’età media di circa 20 anni. Al fine di valutare la presenza di ODSC, dopo aver raccolto i dati anagrafici di rito, i ricercatori hanno indagato due aree: la percezione di essere fisicamente attraenti e il contenuto delle fantasie sessuali. La prima è stata valutata attraverso un test  con l’obiettivo di misurare quanto il soggetto si percepisce attraente e prevedeva la risposta su scala Likert (da un minimo di 1 ad un massimo di 7) a tre domande.  Il contenuto delle fantasie sessuali è stato indagato invece con tre differenti test. Il primo è il Sexual Fantasy Questionnaire (SFQ), costituito da 62 items di descrizioni di fantasie sessuali alle quali i soggetti dovevano dare una votazione su scala Likert da 1 a 7 (dove 1 coincideva con per niente eccitante e 7 con estremamente eccitante) a seconda della coerenza con le proprie. Successivamente sono state inventate quattro descrizioni di situazioni sessualmente eccitanti, dei quali veniva indicato l’inizio ed era compito del soggetto continuare la frase secondo la propria immaginazione. Infine è stato chiesto ai partecipanti di raccontare dei pensieri erotici ad occhi aperti.

Come previsto l’ipotesi iniziale è stata confermata: dai dati emersi le donne presentano una maggiore frequenza di ODSC in tutte le tre misurazioni di fantasie sessuali. Inoltre è stato rilevato che non esiste correlazione tra ODSC e l’attrattiva fisica, per cui un soggetto non fisicamente attraente può sviluppare un alto livello di ODSC, in alcuni casi anche compensatorio, immaginandosi con caratteristiche fisiche e comportamentali desiderate ma non possedute. Le donne, ad esempio, fantasticavano su nuove fattezze fisiche (più magre, più formose, più belle) e nuovi atteggiamenti sensuali e sessuali che portavano ad un incremento della propria autostima e autoaffermazione, con un conseguente aumento delle competenze relazionali e sessuali.

Lo studio presenta della limitazioni. In primo luogo i soggetti sono molto giovani, quasi totalmente di razza bianca e con un alto livello di educazione: sarebbe necessario ripetere lo studio con una maggiore varietà demografica.  Secondariamente visto l’area indagata le risposte saranno sicuramente state falsate da contrattitudini personali, autocensura, difficoltà nel raccontare le proprie fantasie erotiche, etc.

 

Commento

Bogaert e Brotto sostengono che la maggiore presenza di ODSC nelle donne rispetto agli uomini sia dovuta al fatto che questi ultimi sono maggiormente ricettivi all’aspetto esteriore della donna rispetto al comportamento, oggettivando in questo modo il corpo femminile. Tutta questa attenzione verso il corpo porta adolescenti e giovani donne ad interiorizzare il concetto che l’attività sessuale può avvenire solo se la donna viene vista come oggetto del desiderio maschile, e cioè se l’uomo le riconosce la capacità di eccitarlo. Questo concetto riprende il modello di Basson relativo all’esistenza del desiderio responsivo come parte essenziale della risposta sessuale, in particolar modo ella enfatizzò la recettività/responsività sessuale della donna come determinata dalla propria percezione di sentirsi sensuale e attraente agli occhi dell’uomo. Bogaert e Brotto sostengono inoltre che l’ODSC potrebbe essere considerato come un meccanismo psicologico evoluto, avente lo scopo di farci riconoscere quelle persone che sono attratte da noi e ci considerano desiderabili oltre a giocare un ruolo importante nella costruzione della competenza sessuale, soprattutto  femminile. L’ODSC risultò particolarmente utile all’epoca dei nostri progenitori, in quanto parte di una serie di meccanismi adattivi atti ad assicurare la sopravvivenza della specie. Al giorno d’oggi, a causa del bombardamento mediatico di bellezze irreali  ed estreme, esso può trasformarsi in un pericolo, in quanto può portare le persone a sviluppare problematiche relative alla discrepanza tra la sua condizione reale e quella immaginata. Di contro può essere in alcuni casi una spinta a migliorarsi e a raggiungere quel Sé ideale immaginato. Quando una persona sperimenta l’ODSC, lo attiva in maniera automatica e involontaria, essendo una serie di risposte cognitive e comportamentali in risposta ad una situazione percepita come sessualmente e/o romanticamente rilevante.  Queste risposte comportamentali, caratterizzate da eccitazione e piacere, soprattutto nella donna, portano a far intendere un potenziale interesse responsivo nei confronti dell’uomo, sottolineando così la disponibilità all’attività sessuale.

 

 

Federica Casnici

 

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