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Affiliata a: F.I.S.S. (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) - E.F.S. (European Federation of Sexology) - W.A.S. (World Association for Sexual Health)
Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata
A.I.S.P.A.

Presidente dr. Roberto Bernorio 
Presidente onorario prof. Willy Pasini 

Amici di letto: caratteristiche della relazione di coppia

 

amici di letto

Amici di letto: caratteristiche della relazione di coppia

 

“Friends with benefits”, in italiano “amici di letto”, è un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni e indica un rapporto che combina gli elementi di un’amicizia preesistente con l’intimità sessuale, senza sfociare in una relazione romantica esclusiva (per una spiegazione più dettagliata sul fenomeno, vedi l’articolo della Dott.ssa Marina Anzil qui). In vari studi si è visto che, nei dodici mesi precedenti alle indagini, c’è una prevalenza che va dal 14,5% fino al 60% nei giovani adulti; è quindi importante comprendere il fenomeno in modo da promuovere modi salutari e soddisfacenti di vivere questo tipo di relazioni.

A tal proposito nel 2016 è stato pubblicato dalla rivista Archives of Sexual Behaviour un lavoro di J. Owen e collaboratori, in cui hanno indagato l’associazione tra alcune variabili relazionali e l’andamento della relazione tra amici di letto. Nello studio sono stati reclutati 171 giovani adulti (di cui 52 uomini e 118 donne) con un’età media di 19 anni che hanno dichiarato di aver avuto almeno un amico di letto negli ultimi dodici mesi. Al campione sono stati somministrati tre questionari: il FWB-Relationship Adjustament, versione adattata di uno strumento che misura l’andamento relazionale; l’Index of Sexuality Satisfaction, che valuta soddisfazione sessuale; il Committment Inventory, che misura tre dimensioni della dedizione in un rapporto: identità di coppia (quanto la persona percepisce l’esistenza di un “noi”), soddisfazione con sacrificio (quanti sacrifici si è disposti a fare, volentieri, per il partner e per la relazione) e disponibilità di alternative (la percezione che ci sia o meno la disponibilità di partner alternativi a quello attuale).

Rispetto ai risultati, in generale possiamo dire che a un maggior livello di identità di coppia, a una maggiore soddisfazione con sacrifici e a una minore disponibilità di alternative corrisponde un miglior andamento relazionale, ma non necessariamente una maggiore soddisfazione sessuale.

Analizzandoli nel dettaglio possiamo soffermarci su quattro punti:

  1. Esiste un rapporto diretto tra la soddisfazione con sacrificio e il buon andamento della relazione. I rapporti che vanno meglio motivano maggiormente le persona a fare sacrifici per la relazione e/o il partner e, viceversa, se la persona è più soddisfatta facendo dei sacrifici potrebbe avere una relazione migliore.
  2. Una maggiore identità di coppia e la percezione di avere una minore disponibilità di alternative porta ad avere un maggiore investimento in comportamenti pro sociali. È tuttavia importante considerare il potenziale conflitto che può sorgere tra i giovani adulti che percepiscono l’esistenza di un “noi” con il loro partner, prospettiva incoerente con la non-esclusività che caratterizza la relazione degli amici di letto.
  3. Chi percepisce una forte identità di coppia e ritiene di non avere una grande disponibilità di alternative riporta un miglior andamento relazionale o, leggendo il dato al contrario, può essere che i giovani che si sentono maggiormente positivi rispetto alla loro relazione tendono ad avere una maggiore identità di coppia e ad essere meno consapevoli che ci siano delle valide alternative al partner attuale.

Sorprendentemente la soddisfazione sessuale non presenta quasi correlazioni con le altre dimensioni; fa eccezione la soddisfazione con sacrificio, ma solo in due casi: se non si percepiscono molte alternative e se si è donna. Nel primo caso le spiegazioni possono essere due: chi non cerca partner alternativi è maggiormente coinvolto nelle attività sessuali che risultano quindi più soddisfacenti o, al contrario, se una persona ha una maggiore soddisfazione sessuale ha una minore volontà di cercare un altro partner. Nel secondo caso, le spiegazioni possono essere diverse: le donne, a differenza degli uomini, possono sentirsi più sessualmente connesse con i partner quando investono nella relazione, oppure possono ricevere risposte sessuali più appaganti dai partner se investono di più nel rapporto (e sono più felici), o ancora le donne con una maggiore soddisfazione sessuale e soddisfazione con sacrificio più elevata possono selezionare meglio i partner.

La ricerca non è esente da limiti, riguardanti soprattutto il campione: anzitutto i due terzi dei partecipanti sono donne, che aumenta il rischio di un effetto legato al genere; inoltre i soggetti sono tutti studenti universitari molto giovani che vivono ancora con le famiglie e non è detto che i risultati possano essere generalizzabili a persone più grandi che vivono da soli.  Pertanto il campione potrebbe essere più ampio.

Sarebbe auspicabile, in futuro, l’utilizzo di strumenti creati ad hoc per questo tipo di relazioni, oltre al fatto che  sarebbe poi interessante valutare la coppia e non solo il singolo.

 

COMMENTO

Gli “amici di letto” sono un fenomeno molto diffuso che negli ultimi anni ha suscitato un grande interesse in ambito scientifico, tanto che se ne parlerà anche nel convegno “Sessualità di coppia e fasi di vita” organizzato da A.I.S.P.A. e che si svolgerà il prossimo 24 novembre a Milano  (https://www.aispa.it/sessualita-di-coppia-e-fasi-di-vita ).

Ciò che può maggiormente stupire è la mancanza di correlazioni con il livello di soddisfazione sessuale, che è l’aspetto centrale (se non esclusivo) delle relazioni tra amici di letto. Questo dato spinge ad approfondire la ricerca sul tema per trovare variabili, relazionali e non, che possano influenzare direttamente la soddisfazione sessuale.

Per quanto riguarda gli altri aspetti, possiamo constatare che la relazione tra amici di letto è per molti giovani un trampolino di lancio, o un surrogato, di una relazione romantica esclusiva. A confermarlo è anche un lavoro di Nekic e collaboratori, esposto al Congresso della World Association for Sexual Health del 2017, in cui si sottolinea come in un campione di giovani croati questo genere di relazioni finisce, in buona parte dei casi, con la rottura dell’amicizia in quanto uno dei due (solitamente la donna) spera che l’amicizia di letto evolva in una relazione romantica. Questi, insieme agli altri dati esposti nel lavoro di Owen e collaboratori, possono suggerirci che uno degli interventi che possiamo fare con i giovani che intraprendono questi rapporti è aiutarli a prendere piena consapevolezza della reale natura della relazione e dei rischi che si corrono nel considerarla un surrogato o il preludio di una storia d’amore; sicuramente potrebbe essere utile incoraggiare le persone ad essere oneste con se stesse e con il partner, in modo da non alimentare false aspettative.

Chiara De Bella

Dottoressa in psicologia clinica - Consulente sessuale

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